I nostri consigli
Come si cura la mononucleosi nei bambini
Nel gergo popolare è conosciuta come malattia del bacio, ma a “fare i conti” con la mononucleosi non sono solo gli innamorati. La patologia, certo, “predilige” la fascia tra i 15 e i 35 anni di età, ma non mancano i casi nella prima infanzia.
Andiamo a vedere, dunque, come si cura la mononucleosi nei bambini:
Come anticipato, la mononucleosi si trasmette attraverso lo scambio di saliva (per questo è chiamata anche malattia del bacio) o attraverso le goccioline respiratorie che si disperdono dopo colpi di tosse o starnuti.
Infine, può essere trasmessa attraverso la condivisione di oggetti contaminati da un soggetto infetto come giocattoli, posate, bicchieri, piatti o anche rossetti.
Il periodo di incubazione è di circa 10-15 giorni nei bambini.
Non esiste una terapia specifica contro la mononucleosi.
La miglior cura consiste nel tenere il bambino a riposo e dare eventualmente paracetamolo se ci sono febbre alta e malessere. Non vanno somministrati antibiotici perché si tratta di una malattia virale. Questo a meno che non insorgano sovra infezioni batteriche, tra l'altro poco frequenti, che deve comunque essere il pediatra ad accertare.
In casi selezionati ci può essere indicazione all'uso di cortisone per via orale, ad esempio se le tonsille sono talmente voluminose da provocare difficoltà a respirare o se la milza è davvero molto ingrossata. Ma ancora una volta deve essere il medico a rilevarne la necessità.
E' sufficiente far dormire il bambino un po' di più, evitare di farlo affaticare eccessivamente, farlo alimentare regolarmente. Talvolta può essere utile un integratore multivitaminico, sempre dietro consiglio del medico, perché i processi infettivi e in generale gli episodi di malattia "consumano" facilmente vitamine e micronutrienti come zinco e ferro.