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Giornata mondiale contro la violenza sulle donne
II 25 novembre è la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, un momento importante che ci invita a fermarci e a riflettere su un tema che non possiamo più ignorare: la salute psico-fisica femminile.
Parlare di salute significa parlare di vita, dignità e libertà. Significa riconoscere che il corpo e la mente di una donna sono spesso i luoghi in cui si manifestano le conseguenze di discriminazioni e abusi e che la violenza non è mai un evento isolato, ma un fenomeno che lascia segni profondi e duraturi.
La salute femminile, ovviamente, non è solo una questione di parametri medici, ma un delicato equilibrio in cui si intrecciano emozioni, relazioni, possibilità di scelta e necessità di essere tutelate. Quando una donna subisce violenza, il suo corpo può guarire, ma la sua mente spesso rimane intrappolata in cicatrici invisibili: ansia, depressione, perdita di autostima e difficoltà a fidarsi degli altri diventano parte di se e posto ciò, è intuitivo capire che quando si parla di salute femminile, non basta garantire visite ginecologiche o controlli di routine, ma è necessario creare un sistema che sappia ascoltare, accogliere e sostenere.
La violenza mina la percezione di sé, riduce la capacità di immaginare un futuro e per questo motivo, la salute femminile deve essere considerata nella sua totalità, come un insieme di corpo e mente che non possono essere separati.
La violenza contro le donne, inoltre, non è solo fisica ma è anche culturale, sociale e linguistica. Ogni volta che una donna viene ridotta al silenzio, ogni volta che le viene negata la possibilità di decidere sul proprio corpo, ogni volta che viene giudicata per il suo aspetto o per le sue scelte, si compie una forma di violenza che influisce sulla sua salute. La salute femminile è quindi anche una questione politica e sociale, perché riguarda il diritto di ogni donna a vivere libera da condizionamenti e pressioni.
Le conseguenze della violenza, poi, non sono mai solo momentanee; non si tratta solo di danni fisici ma di qualcosa che si insinua nel corpo e nell'anima, creando uno stato di allerta costante: il sistema immunitario si indebolisce, la digestione diventa difficile, e il sonno si fa disturbato tra incubi e risvegli improvvisi.
Il dolore cronico, l'emicrania, i disturbi gastrointestinali diventano il modo in cui un corpo, troppo a lungo sotto assedio, comunica la sua sofferenza. Sono ferite che non sanguinano, ma che influenzano ogni respiro, ogni pensiero, ogni relazione e per tali motivi, in questa giornata, è fondamentale spostare il discorso dalla semplice condanna alla creazione di una rete di protezione che metta la salute femminile al centro.
I medici di base, i ginecologi, i pronto soccorso e i consultori familiari devono essere le prime linee di difesa in questa battaglia. Devono essere luoghi in cui una donna si senta non solo ascoltata, ma anche vista, compresa e creduta.
Restituire alle donne il pieno controllo sul proprio benessere significa creare spazi di cura e prevenzione che siano davvero inclusivi, rispettosi e accessibili.
La salute femminile è un patrimonio collettivo, che non riguarda solo le donne, ma l'intera comunità: investire nella salute femminile è un investimento nel futuro, nella possibilità di costruire relazioni più equilibrate, famiglie più serene e ambienti di lavoro più produttivi. La violenza, al contrario, porta isolamento, paura e disuguaglianza, creando un circolo vizioso che colpisce tutti.
In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulla donne (e durante tutto l’anno), quindi, impegniamoci seriamente: ascoltiamo di più, osserviamo con maggiore attenzione, sosteniamo i centri antiviolenza che svolgono un lavoro straordinario, ed educhiamo le nuove generazioni al rispetto, all’educazione emozionale e al consenso, tutte priorità assolute di una società che si consideri civile.


















